17 dic 2010

Coerenza


Quando un paese è allo sfascio con milioni di disoccupati e precari, quando il parlamento diventa un mercato dei buoi, quando il settore pubblico (di tutti!) diventa gratuitamente privato (di pochi!), quando per anni studenti, docenti e personale della scuola manifestano senza che nessuno gli presti la minima attenzione (sempre che non si voglia chiamare attenzione la patetica video-risposta della Gelmini), quando il territorio è allagato, terremotato, franato, inondato di rifiuti (fino alla partenza delle telecamere, poi si risana per miracolo), quando l'unico argomento politico sono le case dell'uno o le prostitute dell'altro, allora lo scandalo non è un paese disastrato e un governo disastroso.
No: lo scandalo sono i manifestanti che perdono la pazienza e si ribellano con giusta e sana rabbia.

Ieri sera in uno dei bei salotti televisivi ho visto questo bel signore:
Al quale personalmente non affiderei neanche le chiavi della mia scassata utilitaria di quindici anni ma che mi riferiscono essere Ministro Della Repubblica Italiana.

Di certo non mi stupisce che un fascista faccia il fascista.
Il coccodrillo morde, lo scorpione punge, il fascista fascisteggia.
Il fascista abusa del potere per costituzione genetica: inutile lamentarsi quando aggredisce.
Gente così in parlamento non ci dovrebbe neanche stare: "è vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista". Costituzione italiana, n.b.: sotto qualsiasi forma!

Mi stupiscono di più (non troppo, solo un po') personaggi che ad ogni occasione ribadiscono la loro appartenenza a una cultura moderata e costituzionale (quindi antifascista) che di fronte a studenti (cittadini!) che manifestano un disagio concreto, pretendono da loro una dissociazione dalla violenza.
Andrebbe ricordato a codesti politicanti che in Italia il fascismo è stato sconfitto non grazie alle gentili richieste delle dame di carità ma per il sacrificio di migliaia di partigiani che, armi alla mano, hanno combattuto quel regime.

Ricordate anche che politica deriva da polis, città.
La politica è occuparsi della cosa pubblica nelle piazze, tra i cittadini. Uscite dai vostri palazzi blindati, dalle vostre ville bunker, dagli studi televisivi di conduttori compiacenti.
Andate per strada, lasciando riposare le vostre scorte, e parlate con la gente.
Poi vedremo chi sono i vigliacchi.