Manifesto caotico

Manifesto del nulla caotico che nulla vuol diventare o insegnare ma solo agitarsi libero nell'autonomia del disordine.

1/12/2010 - in perenne revisione

  1. Vogliamo cantar l'amore per il caos, l'abitudine alla scompostezza e alla confusione.
  2. Agitazione e disordine, il casotto e lo scompiglio saranno elementi essenziali della nostra vita e quindi della nostra arte.
  3. La filosofia muore con il nichilismo, noi partiamo da esso: vogliamo esaltare il pensiero sconnesso, l'agire anarchico, il passo indisciplinato dell'ubriachezza barcollante. Il bearsi dell'assoluta mancanza di assoluti, di speranze e illusioni.
  4. Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: il caotico caos. Un campo incolto adorno di piante infestanti simili a serpenti annodati... un prato folto di insetti che volano impazziti, sotto un cielo turbinoso, è più bello della decollata Vittoria di Samotracia.
  5. Noi non vogliamo inneggiare all'uomo. Che se ne stia tranquillo e sregolato, senza nulla imporre al prossimo e alla natura. Che ognuno viva la sua spiritualità senza scadere nell'autorità gerarchica del rigore religioso.
  6. Bisogna che il poeta si prodighi, incoerente, per il nulla: per aumentare l'entusiastica entropia degli elementi artificiali. Che il mondo vada dove deve andare, sempre più turbinante nella sua calma poliedrica.
  7. Non v'è bellezza se non nella varietà caotica. Nessuna opera che non abbia un carattere disomogeneo può essere un capolavoro. La poesia deve essere concepita come un violento assalto contro l'ordine, per condurlo alla sua naturale destinazione: il nulla.
  8. Noi siamo in mezzo al vuoto. Forse alla sua fine, forse all'inizio. Perché dovremmo guardarci alle spalle o di fronte, se vogliamo sfondare le misteriose porte dell'impossibile? Il tempo è ipotesi, lo spazio illusione. Noi viviamo senza l'assoluto poiché abbiamo ucciso l'onnipresente disciplina.
  9. Noi vogliamo glorificare la caciara - solo senso del mondo -, il gesto distruttore dei libertari, la babele di parola e pensiero, le idee vorticosamente manicomiali, il diritto all'autocontraddizione e il disprezzo della norma. La vita è varia, instabile e movimentata; la morte è statica, povera e monotona: siamo per la pace e l'amplificazione del vivere.
  10. Noi vogliamo distruggere le nazioni, le burocrazie, le accademie sonnacchiose e combattere contro il moralismo, il conformismo, il non-capitale del consumo e contro ogni imposizione e disciplina. Che sia abbattuta ogni frontiera artificiale, fisica e mentale; vogliamo il ripristino delle distanze geografiche: che si vada tranquilli a piedi, a cavallo e in bicicletta, e alle fiamme le fetide automobili. Che si scacci ogni forma di comunicazione mediata, centralizzata e centralizzante.
  11. Noi canteremo le grandi folle agitate dal puro piacere per la sommossa turbolenta e dispersiva: canteremo le maree multicolori e polifoniche di parapiglia e bailamme; canteremo il vibrante fervore della gazzarra e dello scompiglio del sistema normatore, pastrocchiato da disorganizzati vespai; i centri commerciali chiusi, divenuti dimora di burrascose incoerenze; le imprese appese alle nuvole per cadere nel guano dei loro fumi.
  12. Che basti: è ora di smettere di sognare progresso e tempo, sono vuote idee vacue che portano all'irregimentare e annullare ogni espressione della personalità.
Dal non qui e non ora lanciamo questo manifesto di caos casuale, travolgente e incoerente col quale nulla fondiamo: solo il caos ci può liberare dall'atona e immota cancrena di burocratica-caste, di autoritari ottusi e intolleranti rigidi.
Già per troppo tempo abbiam subito il mercato del pensiero, del futuro, della libertà resa acquiescenza prona, dell'autonomia resa impresa. La giustificazione, molteplice ma monocorde, dell'autorità del potente non trova più sostegno né consistenza.
Con il disordine e gesti confusionari vogliamo liberarci degli innumerevoli poteri che coprono il mondo di discariche e cimiteri.